Influencer marketing

È quel ramo del marketing che si fonda sull’influenza che hanno determinate persone sui desideri di acquisto di un’ampia platea di pubblico. Banalmente l’influencer marketing non è stato certamente inventato con l’avvento dei social network ma molto prima e gli spot televisivi degli ultimi trenta-quaranta anni ne sono un esempio emblematico.

Oggi però attraverso il mondo di internet le cose sono cambiate notevolmente,  grazie ai cosiddetti contenuti virali che però possono anche avere una natura fugace ed effimera. Le cose cambiano infatti molto velocemente e un influencer non può e non deve sbagliare un colpo. Dall’altra parte oggi è sempre più importante per un’azienda sfruttare i benefici dell’influencer marketing e quindi collaborare con un influencer efficace per i canali più utilizzati da un audience specifica.

Chi è e cosa fa l’influencer?

Un influencer con il suo lavora racconta delle storie e rende pubblica la sua quotidianità sui social network come Facebook e Instagram. L’illusione di avere a che fare con una persona come noi e che utilizza gli stessi strumenti è determinante. Non più spot via televisione o radio ma l’illusione di entrare dentro vite reali, commentare, condividere ed essere parte integrante di una community. Attività, questa, che verrà analizzata a sua volta sempre a fini di marketing, per carpire i nostri interessi e le nostre preferenze.

Su cosa si basa l’influencer marketing?

Attraverso l’intelligenza artificiale e gli algoritmi oggi è possibile profilare chiunque utilizzi i social e definire l’user ideale. La pubblicità ha quindi l’indiscusso vantaggio di sapere cosa proporre e a chi, evitando di disperdere risorse. Deve soltanto scegliere l’influencer giusto, quello che possiede la visibilità più adeguata al prodotto in esame.

Dal canto suo l’influencer deve dare meno possibile la sensazione di star sponsorizzando un prodotto, per rimanere autentico e non sfidare la fidelizzazione di cui gode. Nella descrizione dei post che sponsorizzano qualcosa troviamo spesso ad ogni modo gli hashtag che rimandano proprio ai prodotti reclamizzati o che indicano la loro natura, come #ad o #paid.

Quindi possiamo affermare che l’influencer marketing si basa sull’autenticità, sulla capacità di raccontare storie coinvolgenti, sull’ispirazione e su una sensazione di normalità. E questi fattori devono essere propri sia dell’influencer che del brand che vuole essere sponsorizzato in maniera sufficientemente empatica.

User experience e engagement nell’influencer marketing

La user experience indica l’esperienza che l’utente vive e traduce in comportamenti on line attraverso un’interfaccia. Che oggi è sempre più fruita da dispositivi mobile, maggiormente che dai computer desktop. La nostra user experience viene osservata ed analizzata da chi lavora nel marketing digitale.

L’engagement è il nostro coinvolgimento generato da uno storytelling efficace, che sfrutta il fattore emozionale per creare empatia. Va a braccetto con una giusta user experience al fine di fidelizzare l’utente. Diciamo che un influencer marketing corretto porta ad alti livelli di engagement, che formano un esercito di clienti abituali.

I tre protagonisti dell’influencer markteting

Nel mondo dell’influencer marketing abbiamo tre protagonisti di pari livello. Il brand value rappresenta il valore e l’identità di un marchio, che si incrementano quando sfruttiamo un influencer attraverso apposite campagne. L’identità è un qualcosa che resta nel tempo, anche se l’influencer che ha contribuito a  costruirla sparisce dalla circolazione. Resta viva nella community, che lega gli utenti attraverso il senso di appartenenza.

Il secondo protagonista è appunto l’influencer, una persona comune ma riconoscibile che racconta storie per professione. Un influencer sa scatenare emozioni, sa ispirare gli utenti attraverso i propri contenuti sui social network o anche sui blog. Ma il suo successo va costruito giorno dopo giorno e mantenuto attivamente in termini di reputazione e credibilità.

Ci sono poi i fondamenti dell’influencer marketing e cioè i followers, che decretano il successo sia del brand che dell’influencer. Si riuniscono in community virtuali che trovano ragion d’essere nei primi due protagonisti citati. E soprattutto creano i veri guadagni.

Che cosa è la Persona?

Si tratta del consumatore ideale di un determinato prodotto o servizio, che fa ricerche on line, clicca “Mi piace” o legge articoli su ciò che gli interessa. Chi lavora nel marketing deve individuare proprio il suo profilo per investire bene le proprie risorse. Una Persona può essere chi compra qualcosa o anche soltanto chi legge un blog. Quando è stata finalmente identificata la Persona il marketer può incrementare il valore del brand scegliendo un influencer che si presta bene a questo scopo. Addirittura oggi esistono della agenzie di influencer che forniscono consigli sui testimonial da utilizzare. Senza la Persona non può esistere nessun influencer, che è indispensabile invece sia per il brand che per i consumatori.

Influencer marketing: gli strumenti più efficaci

Attualmente gli strumenti migliori attraverso i quali veicolare una campagna influencer sono senz’altro le storie di Instagram e i contenuti video in generale. Niente crea una connessione migliore con i prodotti che vengono sponsorizzati, attraverso quei contenuti prettamente visual che generano i ricavi. L’influencer deve risultare di interesse per la giusta nicchia di mercato, al di là del numero di follower al suo attivo.

Probabilmente in origine gli influencer non sceglievano di diventarlo a tavolino ma venivano decretati proprio dai follower che prestavano attenzione alle loro esperienze. In fin dei conti è il follower, quindi, a fare di una persona normale un influencer.

Gli strumenti di analisi ci fanno rendere conto di quanto sia influente un testimonial e di quanto sposti l’ago della bilancia. Fondamentale è sponsorizzarsi unicamente nel posto giusto, al momento giusto e alle persone giuste. Anche perché così si evitano le inefficienze del marketing vecchia maniera, dove non era possibile tracciare gli utenti né evitare di sparare la pubblicità indistintamente nel mucchio.

Oggi si è venuto a creare quindi uno spazio importante per gli influencer, che si possono chiamare veramente tali soltanto dopo aver costruito una reputazione considerevole. E dopo aver imparato la maniera giusta di adoperare i social network, YouTube, l’arte dello storytelling e i contenuti visivi.